Se però il negozio in questione è gestito da chi, come te, è appassionato di attività creative sai che puoi contare, oltre che sulla sua competenza, anche sulla comprensione di un concetto fondamentale: non si può consigliare ciò che non si è sperimentato personalmente. Non si può vendere un prodotto se non si sa esattamente come funziona...perlomeno non in questo settore di mercato.
E' opinione comune che un cliente ben consigliato sia un cliente acquisito, che tornerà ancora, ma per potergli dare le spiegazioni appropriate al tipo di prodotto che intende acquistare, per potergli dire come e quando usarlo, per potergli elencare pregi e difetti in relazione al progetto che intende portare a termine è giocoforza aver provato quel prodotto prima di lui!
Tuttavia per sperimentare attrezzi e materiali occorre investire tempo e risorse economiche e non tutti i rivenditori di materiali per hobbistica sono disposti a farlo....e poi, diciamocelo fuori dai denti: non tutti hanno personale adeguatamente competente o manualmente dotato per potersi assumere un tale ruolo!
Compreremmo carte da scrapbooking in una salumeria? Certo che no: per quanto ci sia simpatico il salumiere sappiamo bene che s'intende di fette e non di fogli! :-)
Ma oggi il materiale genericamente definito "creativo" viene venduto persino nei supermercati, dove l'assunzione di personale interinale è ormai una prassi, quindi come può sperare l'utente inesperto di trovarvi qualcuno non dico motivato o preparato ma anche solo bendisposto ad aiutarlo?!
Per non parlare degli esercizi online, dove la probabilità di scegliere il prodotto sbagliato aumenta proporzionalmente alla vastità dell'offerta: accanto ai consolidati colossi delle vendite via Internet, come Amazon o E-Bay, si contano infatti varie aziende di settore ed innumerevoli negozi virtuali...e virtuale non è sempre solo un modo di dire, visto che spesso il loro "magazzino" è organizzato in un'autorimessa se non addirittura nel ripostiglio di casa!
Senza contare il famigerato fenomeno delle vendite "sommerse" (definirle "in nero" pare non sia più politically correct!), gestite da intraprendenti individui che, sfruttando la partita IVA di un parente compiacente, acquistano a prezzi da grossista rivendendo sottobanco grazie al tam-tam offerto dalla messaggistica privata dei vari social networks...
Un funzionario della Guardia di Finanza potrebbe guadagnarsi la promozione se solo avesse la pazienza d'infiltrarsi in un gruppo scrap su Facebook! :-)
Ecco perchè, in questo clima di commercializzazione spietata e di approssimazione generalizzata è più che mai importante, per distinguersi, puntare sulla qualità del servizio.
E qualità non vuol dire offrire al cliente l'ultima novità del settore ma fornirgli i prodotti migliori per il tipo di esigenza che ha espresso.
Qualità non significa fargli trovare in negozio l'articolo di moda in quel momento, anzi, semmai occorre metterlo in guardia dal cedere alle lusinghe della pubblicità illustrandogli l'esistenza di articoli meno blasonati ma alttrentanto validi...se non addirittura più completi ed evoluti!
Estremizzando: qualità non è dare al cliente ciò che chiede ma ciò di cui ha veramente bisogno.
Assurdo?
No, se riflettiamo su quanti e continui condizionamenti il consumatore è costretto a subire...a volte anche inconsapevolmente!
Pensate alle pubblicità dei medicinali cosiddetti "da banco": intervengono sulla salute eppure sono acquistabili liberamente!
A tutti noi sarà venuta la tentazione di provarne qualcuno...
Ma, supponendo di chiedere un parere al nostro medico, sarebbe corretto da parte sua assecondarci somministrandoci una cura magari inefficace se non addirittura dannosa per il nostro organismo?
Il dubbio non si porrebbe se ci recassimo direttamente in farmacia: basterebbe chiedere il prodotto e ci verrebbe fornito senza problemi...personalmente non mi è mai capitato che un farmacista mi domandasse per chi fosse il farmaco e a cosa mi servisse, e a voi?
Eppure anche i farmaci da banco, in certe situazioni, possono diventare pericolosi e solo il medico è in grado di dirci se quella terapia è adatta o meno al nostro fisico.
Lo stesso ragionamento vale per l'acquisto di materiale creativo: anche in questo settore ci sono i medici e i farmacisti ed imparare a distinguere l'uno dall'altro non può che giovare alla nostra salute (perchè eviteremo le delusioni) e a quella del nostro portafoglio (perchè eviteremo le spese inutili).
Sono parecchi anni ormai che mi occupo di artigianato creativo (mi scuserete se non mi sento di chiamarlo arte) e di prodotti e materiali ne ho visti passare parecchi.
Tra quelli che ho avuto modo di provare, alcuni mi hanno soddisfatto appieno, altri un po' meno e altri ancora hanno deluso le mie aspettative.
Ma ci sono anche articoli che non ho mai avuto modo di sperimentare, alcuni per mancanza di occasioni, altri per scelta, perchè sulla carta (leggasi: dopo aver visualizzato innumerevoli video e recensioni su Internet) non avevano i requisiti idonei a farli rientrare nel "servizio di qualità" di cui dicevo sopra.
Per farla breve: sia gli articoli deludenti che quelli poco promettenti li ho bocciati senza riserve nel mio ruolo di consulente creativa...quindi se cercate qualcosa in negozio e vi viene risposto "questo articolo non lo trattiamo" adesso almeno sapete a chi dare la colpa! ;-)
Troppa presunzione? Io preferirei definirla esperienza e benchè non mi aspetti riconoscenza per avervi salvato dal commettere un pessimo acquisto...così, tanto per farvelo sapere, i cioccolatini che preferisco sono quelli al latte ripieni di crema e senza praline...fate un po' voi ;-)
© Rossana Radaelli-25.02.16
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