Malasanità o malcostume sanitario? - Punto 12: Tutto è bene quel che finisce bene

L'episodio che ho riferito è accaduto realmente nel Luglio del 2008.
Ho intenzionalmente storpiato i nomi di luoghi e persone perchè, in caso contrario, avrei dovuto chiedere una sorta di permesso alla pubblicazione, ma i fatti si sono svolti esattamente come li ho raccontati.
Fortunatamente l'evoluzione del neo di mia figlia è stata quella prevista dal dermatologo ospedaliero: è bastato infatti cucire piccole pezze di tessuto morbido sulla cinta interna dei jeans, in corrispondenza del neo, per risolvere il problema ed impedirgli di ripresentarsi in questi due anni.

Contrariamente al previsto, la "segretaria" del Dott. Montano non mi ha mai contattata per chiedermi i dati per la fatturazione, quindi, in cambio di preoccupazione ed ansia, ho risparmiato 120 euro (e in cambio del benessere di mia figlia ne ho risparmiati 500!).

La mia amica Annika, alla quale sono ancora dispiaciuta d'aver scompigliato le ferie, mi ha chiamata ripetutamente dalla Sicilia per avere aggiornamenti e, rientrata a casa, mi ha rassicurata più volte sulla disponibilità del marito chirurgo in caso di bisogno.

E allora?
Perchè rispolverare dopo due anni l'episodio e raccontarlo pubblicamente in Rete?

Per una semplice casualità che mi ha fatto riaffiorare alla memoria gli accadimenti di quei giorni: consultando questa settimana il volume delle Pagine Gialle, alla ricerca di un altro numero telefonico, l'elenco mi si è aperto proprio alla voce "Medici specialisti" e chi ti trovo come portabandiera dei chirurghi plastici nel comune di Rhodiano? Ma il ben noto Studio Medico Associato Polispecialistico del Dott. Montano!

Il lupo perde il pelo ma non il vizio: ha cambiato categoria ma i recapiti sono sempre quelli di due cellulari e la sede indicata è sempre la stessa. Noto che, a differenza di quanto avveniva in precedenza, non vengono specificate tutte le attività praticate dal poliambulatorio: rigurgito di coscienza o riduzione del badget a disposizione per la pubblicità?
Non mi è dato saperlo...e mi guarderò bene dal contattare l'interessato per chiedere lumi!

© Rossana Radaelli-19.07.08

Malasanità o malcostume sanitario? - Punto 11: Questione di mode...

Il Dott. Botta solleva gli occhi dal ricettario e rivolgendosi a Nella le chiede se l'abbigliamento che indossa è quello che porta abitualmente...
Lancio un'occhiata a mia figlia: jeans a vita bassa, t-shirt aderente e cinturone borchiato sui fianchi. Sì, decisamente è il suo solito look....suo e di innumerevoli altre ragazze della stessa età, e allora?

Avvertendo la nostra perplessità il Dott. Botta si affretta a spiegare:
- Ho notato che i pantalani della signorina sono più stretti proprio in corrispondenza del neo...il tessuto jeans è di per sè piuttosto ruvido, inoltre la cintura con le decorazioni metalliche grava anch'essa in quel punto: il ripetuto sfregamento della stoffa, magari sommato al sudore provocato dal caldo dei giorni scorsi, ha provocato l'irritazione... -
- Ah!......- Non so proprio che dire, a tutto avrei potuto pensare tranne che ad una causa così banale!

Però mi riprendo in fretta dalla sorpresa e -alla buon'ora!- pongo al medico il quesito che più ci sta a cuore: il neo è da asportare oppure no?
- Direi proprio che non è il caso - risponde deciso il Dott. Botta - Basta adottare le dovute precauzioni per evitare l'irritazione: portare pantaloni più comodi o di stoffa più morbida....ad esempio quelli delle tute da ginnastica... - poi nota lo sguardo assassino che gli sta lanciando Nella ed aggiunge sorridendo:- ...certo che, se la signorina vuol seguire la moda, basterà che indossi una canottiera che proteggerà il neo dallo strofinamento dei jeans... -

Poi si fa più serio e ci ammonisce:- Ora come ora quel neo è innoffensivo, tuttavia se gli episodi infiammatori si ripetono nel tempo ne potrebbero indurre la trasformazione...-
E conclude poi, come si concludono solitamente tutte le visite mediche di questo tipo, con una considerazione alla quale avremmo anche potuto arrivare da sole ma che, se espressa da uno specialista, ha un peso diverso:
- Conviene non fare niente per il momento e tenere il neo sotto osservazione, in modo da coglierne eventuali modifiche al primo insorgere...-

Ci congediamo dal medico con il morale risollevato e, appena fuori dall'ospedale, Nella trova pure il modo di ironizzare:
-Sia ben chiara una cosa...- mi dice con fare serio -...te lo puoi scordare che io mi metta la canottiera! -
Ed entrambe scoppiamo in una irrefrenabile e liberatoria risata.

© Rossana Radaelli-19.07.08

Malasanità o malcostume sanitario? - Punto 10: Il verdetto

Dopo avergli versato sopra una goccia di liquido oleoso, il Dott. Botta appoggia lo strumento sul neo e lo osserva attentamente attraverso l'apposito oculare. Passano lunghi interminabili secondi -o almeno così mi sono sembrati trattenendo il respiro- prima che si decida ad esprimere un parere: - Niente di preoccupante... - dice - ...è soltanto un po' irritato.
Il fiato troppo a lungo rinserrato mi erompe fuori in un sospiro di sollievo così rumoroso che il Dott. Botta solleva gli occhi dal suo lavoro e mi sorride comprensivo.

-Ora vediamo gli altri...- dice poi, rivolto a Nella, dedicandosi alla meticolosa osservazione di tutte le macchioline che riesce a trovare sulla pelle di mia figlia.
Terminato l'esame, dice a Nella di rivestirsi e, intanto che pulisce e ripone il dermatoscopio, conferma l'esito negativo dell'indagine:
- Non ci sono alterazioni in atto, il neo sul fianco è tumefatto ed infiammato ma non presenta segni di degenerazione, direi che potete stare tranquille...- Fa una pausa, come se fosse incerto sull'opportunità di dirci altro...poi si decide:
-..Considerando la tipologia del soggetto, bionda, pelle chiara, consiglierei di ripetere ogni tanto l'esame che abbiamo fatto oggi.-

Tutto qui?! Mi viene da pensare, ma annuisco con espressione grata al Dott. Botta e, mentre lui si risiede alla scrivania per stilare il referto scritto, riemerge, dall'esilio in cui l'avevo ultimamente confinato, il mio raziocinio che m'induce a formulare la logica domanda:
-Ma come mai il neo si è infiammato? --

© Rossana Radaelli-19.07.08

Malasanità o malcostume sanitario? - Punto 9: Il cammino della speranza

L'Ospedale Civile di Legrano è un grosso complesso sanitario che si estende su più edifici collegati l'uno all'altro da viali alberati; nonostante si trovi a pochi chilometri da casa nostra e benchè ci sia capitato parecchie volte di percorrere la strada che ne costeggia la cinta esterna, non abbiamo mai avuto l'occasione d'entrarci (aggiungerei per fortuna!).
Il venerdì pomeriggio partiamo per tempo perchè la gentile signora dell'ufficio prenotazioni si è raccomandata di passare alla cassa prima di recarsi all'appuntamento col medico...

Ci vogliono cinque minuti per arrivare sul posto, dieci minuti per trovare parcheggio e un quarto d'ora per individuare e raggiungere il padiglione dove è collocata l'Accettazione degli ambulatori, dopodichè prendiamo il ticket con il numerino e ci mettiamo in fila per pagare.

Dopo una ventina di minuti arriva il nostro turno e scopriamo che potevamo evitare la coda:
- Ma perchè ha preso il numero? - mi domanda la "cassiera" - e strilla, semmai ce ne fossero ancora in attesa: - I pazienti a pagamento hanno la precedenza sugli altri! -
Evito i commenti e, dopo aver saldato il dovuto, mi allontano tenendo gli occhi bassi per non incrociare lo sguardo dei presenti....ma le sento lo stesso, piovermi sulle spalle. le loro ochhiate di disapprovazione.

Finalmente arriviamo nell'ambulatorio e siamo accolte dal Dott. Botta: è un signore attempato, alto e magro infagottato in un camice ospedaliero di almeno due taglie più grande, che gli pende addosso come un abito sulla gruccia. Ci fa accomodare sulle sedie di fronte alla sua scrivania ed inizia a fare a Nella le domande di rito: se questo neo c'è sempre stato, quando ha notato il cambiamento, se la modifica riguarda la forma o il colore od entrambe le cose...

Poi le chiede di spogliarsi e sdraiarsi sul lettino mentre lui recupera, in un armadietto metallico chiuso a chiave, la scatola con il dermatoscopio. Intanto che estrae ed accende lo strumento, le spiega in cosa consiste l'esame...potrebbe risparmiarselo, dato che Nella l'ha già fatto in precedenza, ma apprezzo lo sforzo di metterla a suo agio.
E poi inizia l'esame, partendo ovviamente dal neo incriminato...

© Rossana Radaelli-19.07.08

Malasanità o malcostume sanitario? Punto 8: Basta pagare....

Confortata dall'atteggiamento ottimistico di Enzo, del quale so di potermi fidare ciecamente, e spronata dalla sua non dichiarata ma percettibile critica sulla mia "boccalaggine", prendo coraggio e chiamo il Dott.Montano per disdire l'appuntamento.
Gli dico la verità: che ci ho ripensato e che prima di far operare mia figlia preferisco che si sottoponga ad una dermatoscopia dallo specialista....a questo punto, visto che le mie attitudini al raziocinio si sono ristabilite, ho previsto la sua possibile replica:
-Non c'è problema - mi aspetto che dica - le farò fare l'esame dal collega dermatologo...-
La dermatologia è infatti una delle attività gestite nel famoso Ambulatorio Polispecialistico che le Pagine Gialle collocavano a Rhodiano e che invece si è rivelato essere in tutt'altro posto...e ho persino pronta la mia obiezione: preferisco che Nella sia seguita da un medico in zona...

Invece il Dott.Montano non fa nemmeno finta di assecondarmi:
- Mi dispiace signora - mi dice - ma qui abbiamo già prenotato e adesso bisogna pagare... -
Chi mi conosce sa che sono una persona paziente e che non perdo la calma facilmente dunque, invece d'indignarmi e mandarlo a quel paese come si meriterebbe, riesco a trattenermi e a chiedergli educatamente "cosa" dovrei pagare (un'operazione ed un'esame istologico non fatti?!).
-C'è da pagare la prenotazione e la visita nel mio studio in un festivo... -

La prenotazione?!
Forse intende il consumo della batteria del suo palmare-telefono-o-quello-che-è...
La visita?!
Sarebbe l'occhiata che ha dato al neo di Nella?
Nel "suo" studio?!
Ovvero lo studio del Dott. Leopold Shwarz?
In un festivo...beh, di questo bisogna dargli atto, era domenica e non avevo trovato nessun altro medico disposto a riceverci....

Così, a malincuore, gli chiedo quanto gli devo per il "disturbo" (di chiamarlo "visita" proprio non mi riesce).
- 120 Euro - mi risponde risoluto il Dott. Montano.
Mi rassegno e, per tagliare corto, gli dico di mandarmi la fattura per la sua "prestazione" e provvederò al pagamento....

E' a questo punto che, dopo due giorni di ansia, preoccupazione ed agitazione, mi godo un intenso momento di autentico e -oserei dire- maligno buonumore cogliendo la subitanea indecisione nella voce del Dott. Montano:
- ...la fattura? Vuole la fattura?! - mi chiede. E poi si giustifica - ma se non ho nemmeno i suoi dati...-

TA-DAA!

-Peccato - replico - Un professionista serio avrebbe dovuto annotarseli...- e (adesso mi scappa proprio da ridere) concludo:- Ora non ho tempo di dettarglieli, sono molto occupata, buongiorno. - e chiudendo la telefonata sento ancora l'indispettito Dott. Montano che gioca la sua ultima carta:
-..la farò chiamare dalla mia segretaria per prendere i dati...-

Va bene, penso, affronterò il problema quando si presenterà, ora ho qualcosa di più importante da fare: prenotare la visita dermatologica per Nella.
Come mi ha suggerito Enzo, provo all'Ospedale di Legrano e, dopo una mezz'ora di tentativi, riesco a prendere la linea e a parlare con una cortese signora che mi dice che il primo giorno utile per la visita dermatologica è a fine settembre....ma oggi è il 7 luglio!

PANICO!

Le spiego agitata che mia figlia ha un neo in fase di trasformazione e che deve fare al più presto una dermatoscopia. La gentile signora non si scompone e mi fa presente che per una visita a pagamento ci sarebbe posto prima...
-...venerdì alle 16.45 con il Dott.Botta, la visita costa 80 euro, può andarle bene?-

Qui ci sarebbe l'occasione per qualche considerazione non proprio lusinghiera sul funzionamento del sistema sanitario pubblico ma sono così sollevata dalla possibilità offertami che non faccio polemiche e fisso subito l'appuntamento.
Dopotutto ciò non fa che confermare una regola non scritta del vivere sociale: puoi avere quasi tutto e al meglio, basta pagare...

© Rossana Radaelli-19.07.08

Malasanità o malcostume sanitario? - Punto 7: A che servono, altrimenti, gli amici?!

Solitamente disapprovo coloro che sfruttano le proprie conoscenze per ottenere benefici personali e difficilmente ricorro agli amici per approfittare delle loro qualifiche professionali ma...come dice il proverbio? La necessità aguzza l'ingegno...o anche Quando l'acqua arriva alla gola s'impara a nuotare...e L'occasione fa l'uomo ladro...e potrei andare avanti ad oltranza nel citare proverbi a mia giustificazione... ma forse ne basta uno solo: L'amico si riconosce nel momento del bisogno...che forse sarebbe meglio adattare in Nel momento del bisogno ci si ricorda dell'amico....e così, nella nottata insonne della domenica mi ricordo che il marito di Annika, una mia carissima amica, è chirurgo e lavora all'ospedale di Legrano, a pochi chilometri da casa nostra.
Passo sopra al fatto che la coppia è già partita per le ferie in Sicilia -a che servono, altrimenti, gli amici?!- e il lunedì mattina contatto Annika sul cellulare.

Tralascio i convenevoli, un po' perchè non fanno parte del mio atteggiamento naturale e un po' perchè io-so-e-lei-lo-sa che non la disturberei in vacanza se non fosse successo qualcosa di grave.
Mi fa parlare con suo marito al quale spiego la situazione...

Apro una parentesi: Enzo, il marito di Annika, è uno di quei medici idealisti che qualche anno fa, posto di fronte all'aut-aut tra un lucroso ambulatorio mutualistico e l'attività ospedaliera, ha optato per quest'ultima.

Così quando gli dico che il giovanottello del Baleazzi è disposto (pagando, s'intende) ad operare Nella di lì a qualche giorno, Enzo s'indigna, inveisce contro il "ciarlatano" che pretende d'intervenire senza nemmeno sapere di che natura sia il neo sospetto e mi fa promettere che non farò toccare mia figlia da nessuno fino al suo rientro dalle ferie, tra un paio di settimane;
- Se è da operare, la opero io in ospedale - mi garantisce.

Nel frattempo, mi consiglia, posso portarla dal dermatologo per la solita mappatura dei nei attraverso l'epiluminescenza e mi rassicura citando le statistiche, che dimostrano come siano in piccola percentuale i nei che necessitano realmente d'asportazione.

© Rossana Radaelli-19.07.08

Malasanità o malcostume sanitario? - Punto 6: La notte porta consiglio

Di solito le persone come me, tranquille, posate e razionali, hanno grandi doti organizzative, sono apprezzate in ambito familiare e professionale perchè sono in grado di fare programmi dettagliati, prevedere eventuali intoppi e proporne rimedi ponderati e finiscono col diventare
il punto di riferimento di parenti, amici e colleghi ai quali pianificano la vita in modo ottimale.
Agli occhi dei più appaiono come individui forti, incrollabili e determinati perchè la consapevolezza di aver elaborato e soppesato ogni decisione li mette al riparo da ripensamenti: non si pentono mai delle loro scelte perchè sono la logica conseguenza di un ragionamento inoppugnabile.

Queste persone hanno però una piccola ma significativa lacuna: non sono capaci d'improvvisare, di decidere rapidamente il da farsi, i loro meccanismi mentali hanno bisogno di tempo per elaborare il progetto e, se posti di fronte alla necessità di risolvere velocemente una situazione, si trovano in angosciosa difficoltà e optano quasi sempre per la soluzione meno appropriata.
Naturalmente quasi sempre si accorgono di aver sbagliato e, ripensandoci, quasi sempre trovano almeno una dozzina di possibili soluzioni al problema, tutte più adeguate di quella dettata dalla fretta...ma tant'è, ormai la cosa è fatta!

Così passo il resto della domenica a soppesare le alternative, facendo finta con mia figlia e con il resto della famiglia che il problema ormai è risolto, incapace di pensare ad altro senza tuttavia essere in grado di concretizzare una migliore soluzione.

Per fortuna la giornata finisce e, una volta a letto, nel silenzio e nel buio, ho modo di concentrarmi con calma sulla faccenda e finalmente un'ideuzza mi viene...

© Rossana Radaelli-19.07.08

Malasanità o malcostume sanitario? - Punto 5: Persona? No, caso clinico

I miei campanelli ricominciano a suonare. Per non sentirli chiedo al medico quando sarebbe possibile eseguire l'intervento. Riprende in mano il palmare (o cellulare o quello che è) e mi dice che ha appunto verificato di avere una disponibilità in ambulatorio per il giovedì successivo alle ore 12.00. Nella interviene facendo presente che avendo una propria attività da mandare avanti le sarebbe più comodo un altro giorno, magari il sabato.

Il Dott. Montano resta un momento perplesso e chiede a mia figlia quanti anni abbia. Appurato che colei che fino ad ora ha trattato come una ragazzina è in realtà una giovane ma maggiorenne imprenditrice, non si scompone e, passando con subitanea deferenza dal tu al lei, le dice:
- Mi dispiace signorina, ma cerchi di liberarsi degli impegni perchè questi interventi li facciamo solo al giovedì. -
- Dove, qui al Baleazzi? - chiedo io.
- No, nel mio studio di San Regalato Ambrosiano. -
Campanelli, campanelli, campanelli!
- Ma come, dottore?! Sulle Pagine Gialle lei compare nell'elenco di Rhodiano...-
Non si cura nemmeno di negarlo:
- Sì, beh...sarà un disguido delle Pagine Gialle, il mio ambulatorio è a San Regalato Ambrosiano - conferma - E comunque - aggiunge - è facilmente raggiungibile da Rhodiano, basta prendere la Tangenziale Est, poi la Ovest, uscire a Rodovegro e seguire le indicazioni per San Regalato... Allora, prenotiamo per giovedì? -

Tento un'ultima carta, quella economica, e sfacciatamente chiedo cosa ci verrà a costare il tutto.
Il Dott. Montano inarca le sopracciglie nel bel viso abbronzato, come se non riuscisse a credere che una madre che ha a cuore la salute della sua creatura possa essere così pragmatica. Però non si fa pregare e mi snocciola l'elenco delle prestazioni alle quali avremo diritto per la modica cifra di 500 euro: l'intervento, l'esame istologico, la visita....tutto a forfait!

In effetti non mi sembra una richiesta eccessiva -sarei disposta a pagare molto di più per risolvere il problema!- quell'esitazione che il Dott. Montano attribuisce alla preoccupazione per la spesa è in realtà dovuta alla riluttanza a fidarmi di un dottorino apparentemente inesperto...

Ma lui continua ad illustrare il percorso terapeutico e, come se l'intervento fosse cosa fatta, ci dice che sarà necessaria una cura antibiotica e che ci rivedremo dopo una decina di giorni per togliere i punti e valutare gli esiti dell'esame istologico...
Annuisco e il Dott. Montano, interpretandolo come un consenso definitivo, mi chiede il numero di telefono per annotarlo nel suo palmare-telefono-o-quello-che-è, poi mi porge un biglietto da visita nel quale è indicato, oltre all'indirizzo di uno studio a Milano, anche quello dell'ambulatorio di San Regalato.
Mi detta data ed ora, che io annoto scrupolosamente sul biglietto da visita, insieme alle indicazioni sul percorso da seguire per raggiungere San Regalato, quindi ci congeda per ritornare ai suoi impegni ospedalieri.

Quando siamo sull'ascensore per ridiscendere all'uscita, mi rendo conto che il Dott. Montano non ci ha neppure chiesto nome-e-cognome....come avrà annotato l'appuntamento sulla sua agenda elettronica, "asportazione neo" seguito dal numero di telefono?!

Campanelli, campanelli, campanelli!

© Rossana Radaelli-19.07.08

Malasanità o malcostume sanitario? - Punto 4: La "visita"

La mattina dopo, domenica, con largo anticipo sull'orario fissato, parcheggiamo l'auto davanti al Baleazzi e, nell'attesa, cerco di acquietare mia figlia dicendole, come facevo quando era bambina, che non deve essere agitata per la visita, dopotutto non è la prima volta che si sottopone all'esame dei nei: il medico le metterà la solita gocciolina d'olio sulla pelle e le farà il solletico con quel tubo d'argento, non c'è niente di cui preoccuparsi...
Sappiamo entrambe che le sto mentendo spudoratamente ma, ciascuna per tranquillizzare l'altra, facciamo finta di crederci.

Alle 10.15 entriamo nell'ingresso principale, saliamo le scale, oltrepassiamo la Reception e prendiamo l'ascensore per salire al secondo piano.
Qui giunte non c'è nessuna indicazione che ci faccia presumere di essere nel posto giusto, così mi affaccio nel lungo corridoio e, addocchiata sul fondo la casacca bianca di un'infermiera, la raggiungo e domando se quello è il Reparto di Chirurgia Plastica. Alla sua risposta affermativa d'istinto le chiedo del Dott. Montano, mi lancia una strana occhiata indagatrice ma non batte ciglio e si gira per entrare in una stanza a chiamarlo.
Solo allora mi sovviene che il medico mi aveva detto di fargli uno squillo sul cellulare....beh, ormai....pazienza!

Dalla sala riesce l'infermiera seguita un giovanottello alto e lampadato che, con un vago atteggiamento d'imbarazzo, ci chiede di aspettarlo in sala d'attesa....ha ragione: dopotutto non sono ancora le 10.30!

Intanto che ci dirigiamo verso la sala d'aspetto mia figlia mi chiede a bruciapelo: - Credi che abbia già compiuto i dodici anni? -
Io le lancio un'occhiataccia di rimprovero e le faccio presente che un medico giovane offre maggiori garanzie in quanto ad aggiornamento...intanto i campanelli d'allarme squillano ma sono troppo agitata per farci caso.

Poco dopo il Dott. Montano ci raggiunge e ci invita a seguirlo, per un dedalo di corridoi e giù dalle scale, fino ad arrivare davanti ad una porta al fianco della quale una targhetta identifica lo studio del Dott. Leopold Shwarz.
Il giovanotto armeggia con un mazzo di chiavi sulla serratura ma, dopo averle provate tutte senza successo, conclude che non siano quelle giuste e ci chiede di pazientare intanto che va a recuperarne delle altre.
Campanello d'allarme? No, questa volta no, sono consapevole che in un ospedale solo i medici gerarchicamente più importanti hanno uno studio proprio, gli altri godono di una sala comune che però non garantisce la sufficiente privacy per una visita, quindi non mi crea meraviglia il fatto che il Dott. Montano abbia chiesto al superiore (o all'infermiera?) le chiavi di quella stanza.

Il giovanotto torna dopo una decina di minuti, questa volta la porta si apre ed entriamo nello studio.
Ci fa accomodare e ci chiede di spiegargli il problema. Gli dico del neo che si sta modificando e m'interrompe subito con un: - Vediamolo! -
Fa sedere Nella sul lettino e lei alza la maglietta mettendo in vista la macchia incriminata.
Il Dott. Montano solleva tra pollice ed indice l'area di pelle interessata, la scruta per un attimo, poi torna alla scrivania e sentenzia - E' sicuramente da levare! - Poi pesca nella tasca quello che sembra un piccolo palmare (o è uno di quei nuovi telefonini all-in-one? Boh!) e comincia a picchiettarne lo schermo con un minuscolo stilo.

Gli chiedo se può fare una diagnosi sulla natura del neo ma non si sbilancia:
- Bisogna fare l'esame istologico dopo l'asportazione - ed intanto invita Nella ad avvicinarsi: - Vieni che ti spiego cosa facciamo... -
Mia figlia mi guarda perplessa e sembra sul punto di chiedere: -Ma è già finita la visita?- però ubbidisce e ci raggiunge.

Il Dott. Montano fruga tra le varie carte ammonticchiate sulla scrivania finchè trova un foglietto intonso e incomincia a disegnarci sopra con il pennarello, mentre spiega a Nella: - Ti facciamo un taglio a losanga intorno al neo, poi ricuciamo i lembi di pelle in modo da lasciare una piccola cicatrice che con il tempo diventerà sempre più sottile... -

Nella sembra un po' schifata dai particolari più crudi della descrizione...forse sta pensando che quello che il medico sta facendo simbolicamente a fette con il pennarello porebbe essere la pelle del suo fianco...Il dott. Montano non se ne accorge e s'infervora nel magnificare la tecnica operativa che intende seguire, apparentemente più interessato al risultato estetico che a quello curativo...è ormai evidente che, nel polispecialistico, il dermatologo non è lui...

© Rossana Radaelli-19.07.08

Malasanità o malcostume sanitario? - Punto 3: I campanelli d'allarme

Credo che capiti a tutti, talvolta, di provare una vaga sensazione di apprensione, una percezione molto sfumata di pericolo imminente, una specie di premonizione di evento negativo alla quale non sappiamo dare una spiegazione razionale. E' un sentire così impalpabile che quasi non ci facciamo caso, arriva e subito passa, ci coglie in momenti di tensione o di affaccendamento, non abbiamo tempo nè voglia di fermarci ad esaminarla, la scacciamo con una folata di altri pensieri dalla mente così come con la mano scacciamo la mosca che ci ronza attorno.
E' ciò che siamo soliti, a posteriori, definire "campanello d'allarme".
A posteriori, solo dopo che l'evento negativo vagheggiato si è ormai concretizzato.

Il primo campanello d'allarme lo sento suonare appena chiudo la telefonata ma lo soffoco subito e, invece di chiedermi come mai in un centro polispecialistico non c'è un'infermiera a filtrare le chiamate verso i medici in visita, mi ritrovo a gioire del fatto di aver beccato il dermatologo al primo colpo!

Passano dieci minuti...e poi altri dieci...e altri dieci ancora...

Continuo la consultazione delle Pagine Gialle Online, allargando la ricerca ai comuni limitrofi, ma non riesco a parlare con nessuno, solo in un paio di casi la metallica voce di una segreteria telefonica annuncia che lo studio è chiuso e invita a lasciare un messaggio.

Dopo un'ora e un quarto, quando il medico mi richiama, sono per così dire "cotta a puntino" e sarei disposta a fare il triplo salto mortale con avvitamento se me lo chiedesse! Invece si presenta -Sono il Dott. Montano- (il-gran-capo-del-poliambulatorio!) e mi chiede semplicemente dove abitiamo. Secondo campanello d'allarme.
-A Rhodiano...- e sarei tentata di aggiungere -...naturalmente, altrimenti perchè avrei chiamato lei?- ma poi penso a tutte le telefonate andate a vuoto e me ne stò zitta.
-Bene, conosce l'Ospedale Baleazzi?- Terzo campanello d'allarme.
-Sì...- anche qui sarei tentata di fare un'aggiunta -...e chi non lo conosce?! Dopo il rogo nella camera iperbarica, dove sono arse vive 11 persone, è tristemente noto a tutti...Però anche questa volta non faccio commenti e attendo il verdetto...
-Posso ricevere sua figlia domani mattina, alle 10.30 all'Ospedale Baleazzi- e mi dà le indicazioni per raggiungerlo: -Entri dalla parte della Reception, salga al secondo piano, dove c'è il reparto di Chirurgia Plastica e poi mi faccia uno squillo sul cellulare che la raggiungo...-
Doppio campanello d'allarme: è normale che un dermatologo stia in chirurgia plastica? E non sarebbe più semplice farsi annunciare da un'infermiera che dal cellulare? Poi mi ricordo che tra le specialità del polispecialistico c'era anche la Chirurgia Plastica e concludo che il Dott.Montano ha saputo combinare egregiamente due materie che spesso dipendono l'una dall'altra (e con ciò metto KO anche il campanello doppio).

© Rossana Radaelli-19.07.08

Malasanità o malcostume sanitario? - Punto 2: L'antefatto

Mia figlia Nella è bionda, ha gli occhi azzurri e la pelle chiara: le statistiche dicono che è un soggetto a rischio per lo sviluppo di neoplasie cutanee.
Ha da poco compiuto i vent'anni ma, benchè sia una persona più che matura e piuttosto indipendente , è alquanto insofferente alle costrizioni burocratiche, tra le quali, a suo avviso, rientra anche la prevenzione medica.
Così, fin da quando era bambina, sono io che la porto ancora periodicamente dal dermatologo per la mappatura dei nei: il medico le mette una goccia di sostanza oleosa su ciascuna macchiolina della pelle e la esamina con il suo strumento luminescente. Il responso è sempre lo stesso: nessuna evidente anomalia ma solo un paio di nei da "tenere d'occhio" per cogliere tempestivamente eventuali modifiche ed asportare l'intruso prima che faccia danno...

Ecco perchè quando un sabato mattina mi dice che si è accorta che un neo che ha, da sempre, sul fianco all'improvviso ha cambiato forma, dimensione e colore, il mio cuore-di-mamma fa un balzo. Le chiedo di farmelo guardare e, riscontratane l'evidente alterazione, decido che è il caso di farla vedere al più presto da un medico.

Il primo impulso è quello di portarla al Pronto Soccorso, ma poi realizzo che non è in imminente pericolo di vita e mi dico che non è il caso d'intralciare ulteriormente un servizio che è (o dovrebbe essere) dedicato a pazienti più gravi.

Così, posto che il medico di famiglia di sabato non è reperibile, decido di affidarmi alla tecnologia per verificare la disponibilità di un dermatologo facilmente raggiungibile: mi collego ad Internet e, sul sito delle Pagine Gialle Online, cerco Dermatologia a Rhodiano, Milano. Mi appaiono tre recapiti: il primo è quello di un medico specializzato in dermatologia, gli altri due numeri telefonici (entrambi di cellulari) fanno riferimento a:
Dott. Montano Studio Medico Associato Polispecialistico Chirurgia Plastica Ed Estetica, Dermatologia, Geriatria, Pneumologia E Reumatologia
20071 Rhodiano (MI) tel........
Bene, penso, un ambulatorio polispecialistico ha maggiori probabilità di essere aperto il sabato, quindi provo a chiamare....

Sì, lo so, una persona adulta, sana di mente ed equilibrata -insomma l'essere me di tutti i giorni- dovrebbe considerare anomalo il fatto che un ambulatorio polispecialistico non fornisca almeno un numero di telefono fisso...ma, evidentemente, in certi momenti i miei controllers razionali mi vengono meno e...faccio la telefonata.

Alla voce maschile che risponde dico di aver bisogno di una visita dermatologica per mia figlia, mi viene chiesto qual'è il problema e spiego che ha un neo in fase di trasformazione, che sono preoccupata e che vorrei farla vedere al più presto da uno specialista.

Il cortese signore mi dice che al momento è con una paziente ma che si memorizza il numero e mi richiamerà lui tra una decina di minuti.....

© Rossana Radaelli-19.07.08

Malasanità o malcostume sanitario?- Punto 1: Premessa

Si fa un gran parlare, in tempi odierni, di malasanità e la cronaca ci riferisce spesso di episodi tragici, incredibili e sconcertanti, tanto più agghiaccianti quanto più si rendono manifesti dolo e malafede. Esistono però anche situazioni meno eclatanti di malasanità o, per essere più precisi, di "malcostume sanitario", che screditano l’immagine del medico-missionario, romantico retaggio di stagioni televisive popolate dai vari Dott. Kildare e Dott. Welby, sostituendola con quella del gretto professionista impegnato non a salvaguardare la salute dei propri pazienti bensì a lucrarvi sopra.

Sebbene di solito questi businessmen non riescano a produrre veri danni -se non al nostro portafoglio!- ci fanno comunque perdere fiducia verso l'apparato assistenziale, già abbondantemente compromesso dalle vicende a cui accennavo più sopra.

Se avete la pazienza di seguirmi, vi racconto una mia esperienza personale...

© Rossana Radaelli-19.07.08