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L'ingrediente segreto

Quando, qualche anno fa, Bruna Agrini mi contattò per propormi di realizzare un libro insieme a lei, la pasta al mais si era appena timidamente affacciata sul palcoscenico dell'hobbistica italiana e le poche opere in in circolazione, quasi tutte d'origine sudamericana, avevano un aspetto troppo "plasticoso" per piacermi, ero molto scettica sulle possibilità di questo prodotto alternativo di strappare l'egemonia alla regina incostrata di quel periodo, la pasta al sale.
Bruna insistette perchè la provassi e alla fine dovetti darle ragione: preparando l'impasto a modo suo il risultato era straordinario e il manufatto era quanto di più vicino alla ceramica mi fosse mai capitato di modellare.
A quel punto l'unico problema era convincere l'editore!
Sapevo già cosa mi avrebbe domandato: la ricetta è inedita? E su questo non avevo dubbi. E poi: ha qualcosa in più che la rende diversa dalle ricette proposte dai pochi ma già esistenti manuali sull'argomento?
Come potevo deludere le sue aspettative dicendogli che l'efficacia della formula di Bruna non dipendeva dall'aggiunta bensì dall'eliminazione di alcuni degli ingredienti presenti nella ricetta sudamericana?!
Fu così che, facendo un po' di esperimenti, riuscii a trovare il magico composto che avrebbe reso la nostra ricetta diversa dalle altre: l'essenza di lavanda.
Chi è pratico di pittura su porcellana sa che l'aggiunta di lavanda al colore ne rallenta l'essicazione....ebbene, non saprei dire quanto di quell'effetto che ravvisavo anche sulla pasta al mais fosse frutto di autosuggestione, fatto sta che la lavanda profumava gradevolmente l'impasto, mascherandone l'odore di colla, e non influiva in alcun modo sulla sua cosistenza..........insomma avevo finalmente trovato l'ingrediente segreto!

© Rossana Radaelli-21.07.06