Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia a cambiare colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.


Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.


Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
(Martha Medeiros)

Lentamente -c'è voluto un anno intero!- muore anche questo 2009 denso di avvenimenti, eventi lieti ed eventi tristi, avvenimenti, alcuni,  che hanno lasciato il segno nella storia dell'umanità e, altri, forse meno eclatanti, ma non meno importantanti che hanno lasciato un segno nella storia personale di ognuno noi, singoli esseri umani.

Noi però non moriremo lentamente.

Faremo progetti e ci daremo da fare per portarli a compimento.
Inseguiremo i nostri sogni e non ascolteremo i consigli sensati di quelli che cercheranno di tenerci con i piedi per terra.
Non ci faremo imbrigliare dall'abitudine e andremo ogni giorno in posti diversi oppure troveremo strade diverse per raggiungere lo stesso posto.
Cambieremo colore degli abiti e dei capelli, cambieremo marca di dentifricio e attaccheremo discorso con chi sta in fila davanti a noi alla cassa del supermercato...
Faremo domande e leggeremo le risposte negli occhi della gente; ascolteremo la musica ticchettante del tempo, leggeremo libri di formule magiche e aspetteremo la pioggia per sfoggiare finalmente l'ombrello nuovo.

Non avremo più regole se non l'unica regola di essere diversi e felici di esserlo.

Noi non ci accontenteremo soltanto di respirare......
Noi siamo creativi...
Che splendido anno sarà il 2010 per tutti noi!   ;-))

© Rossana Radaelli-01.01.07


Come hai cominciato?

Ve l'hanno mai chiesto? Come hai cominciato...col tono complice di chi sa d'aver scoperto in voi un'inconfessabile vizio.
Come hai incominciato......come t'è venuta la voglia di dedicarti a quest'hobby?
Vi è capitato?
A me sì...e poichè di hobbies ne ho avuti, ne ho e probabilmente ne avrò ancora tanti, mi è capitato, mi capita e mi capiterà di sentirmelo chiedere innumerevoli volte!

Ma come si fa a spiegare il perchè di una cosa che non è ben chiara nemmeno a noi stessi?!

La mamma racconta che già a 3-4 anni si sarebbero manifestati i segni premonitori della mia futura predisposizione: dice che rigiravo il cibo nel piatto per costruire bislacchi personaggi...rondelle di zucchine al posto degli occhi, piselli come narici, un fagiolino ricurvo per la bocca....tenuto conto che non ero una bimba inappetente e mi piacevano persino le verdure (marziana!) credo che ciò possa testimoniare come, in taluni di noi, la voglia di pasticciare sia scritta nei cromosomi...che volete farci?!

Non saprei dire se la collocazione temporale effettuata dalla mamma sia esatta.....dato che l'abitudine di rielaborare artisticamente il cibo la coservo tutt'ora  ;-)
I miei ricordi personali sui prodromi della chiamata alle arti risalgono ad un periodo successivo....


Ricordo certe mattine d'estate, nel periodo della villeggiatura, quando accompagnavo il babbo a pescare, sulle sponde del torrente che scorreva nei pressi della casa affittata per le vacanze: mentre lui armeggiava con ami, esche e mulinello, io passavo il tempo raccogliendo sassolini sul greto.
Li sceglievo in base alla forma e al colore, cercando d'immaginare come avrei potuto utilizzarli...

Ogni tanto papà trovava un posto "buono", come lo chiamava lui, e credo che intendesse un posto all'ombra, ben ventilato, dove c'erano un vecchio tronco caduto o un grosso masso sui quali potersi sedere, perchè i posti "buoni" erano tutti fatti così....
Allora ci si fermava un po' più a lungo e, mentre lui restava a sorvegliare la pallina di plastica colorata che galleggiava nella pozza, attento a coglierne il benchè minimo movimento nella speranza che un pesce abboccasse all'amo, io iniziavo a legare ed imbrigliare con il filo da pesca i ciottoli più carini per trasformarli in ciondoli da appendere al collo o da appoggiare di traverso sulle orecchie.

Quando si rientrava a casa, qualche ora più tardi, papà rovesciava il contenuto del canestro nel lavandino, la manmma recuperava i pochi pesci per portarli in regalo alla vicina -in famiglia non erano un alimento gradito- e io mi dedicavo finalmente al frutto della mia pesca personale: lavavo i sassi con il detersivo per i piatti, per togliere l'odore del pesce con il quale avevano condiviso il mezzo di trasporto, li facevo asciugare al sole, lucidavo i più piccoli e variopinti con il Vernidas, dipingevo con le tempere quelli più grandi per farli diventare dei fermacarte (sebbene allora non conoscessi nessuno così ricco da avere una vera scrivania sulla quale appoggiarli!) saldavo fra loro, con l'aiuto del Bostick, quelli di misure intermedie per fabbricare delle statuine di buffi animaletti...


Credo però che l'episodio decisivo....o perlomeno quello più consapevole della mia presa di coscienza su ciò che avrei fatto nella vita, risalga a qualche anno dopo e precisamente al Natale dei miei dodici anni in occasione del quale ricevetti contemporaneamente due fantastici regali: il primo fu la valigetta da pittore, una cassettina di legno a più scomparti che conteneva tutto l'occorrente per dipingere ad olio...dopo anni di matite colorate, acquerelli e tempere ebbi l'improvvisa ed inebriante sensazione di essere diventata grande!
L'altro fu il gioco del piccolo chimico...in realtà il regalo non era indirizzato a me bensì a mio fratello -era considerato un gioco "da maschi"- però con la scusa della supervisione da sorella maggiore, ero io che dirigevo gli esperimenti! E che divertimento era mescolare le sostanze nelle provette con i reagenti, vederle cambiare colore o gonfiarsi o cristallizzarsi...
Questo gusto per la sperimentazione credo stia alla base di tutto ciò che ho intrapreso nella mia lunga carriera di pasticciona!

Quando mi capita di accennare ai miei trascorsi scolastici, di impronta decisamente tecnico-scientifica, noto una certa perplessità nell'interlocutore, quasi che il connubio creatività-scienza sia ritenuto inverosimile ed inaccettabile; non vi dico poi delle occhiatacce che mi lanciano se mi scappa detto che mi piaceva persino la matematica...
Eppure siamo tutti d'accordo che alla base della creatività ci deve essere una dose abbondante di fantasia: occorre saper vedere ciò che gli altri non riescono nemmeno ad immaginare!
E allora ditemi: quali esseri più fantasiosi e creativi conoscete dei matematici, dei fisici, degli inventori in genere?
Pensate al teorema di Pitagora o a quelli di Euclide, pensate al principio di Archimede o ai numeri di Fibonacci....come potevano arrivarci, con i pochi mezzi a disposizione, con le scarse conoscenze dell'epoca, con tutti i conti fatti a manina, se non avessero avuto fantasia e creatività?!
Pensate a Leonardo Da Vinci e alle sue macchine volanti...pensate ad Albert Einstein e alla relatività...pensate a Stephen Hawking e alla sua teoria sui buchi neri, che ha dovuto confutarsi da solo perchè nessun altro era in grado di farlo!

E se l'aver menzionato questi illustri esempi di creatività vi sembra un presuntuoso tentativo di rapportarsi ad essi....beh, allora avete scoperto una delle caratteristiche fondamentali che sono richieste ai creativi "di mestiere": la fiducia in sè stessi.

Per fare qualcosa d'innovativo bisogna crederci ma per proporlo agli altri in modo convincente...bisogna crederci ancora di più! ;-)

© Rossana Radaelli-07.10.06


Il bene più prezioso

Qual'è il bene più prezioso per noi esseri umani?
Nel corso degli anni e attraverso gli avvenimenti che mi hanno condizionato la vita è capitato spesso che mi ponessi questo quesito, trovando di volta in volta soluzioni diverse o......smarrendomi nell'impossibilità di trovarne!
Ho chiesto a parenti ed amici, a colleghi e conoscenti e anche da loro ho ricevuto opinioni varie ed antitetiche: la salute, la pace nel mondo, i soldi (sigh!), la felicità, l'acqua, l'amore, il petrolio (ri-sigh!), la serenità, la casa, la famiglia....

Qual'è la cosa più importante, cos'è che conta davvero?

Nel mezzo del cammin di nostra vita una risposta finalmente me la sono data: il tempo.
E' il tempo il bene più prezioso per l'umanità, è il tempo che ci permette di godere di tutte le altre cose che a torto o a ragione riteniamo preziose.

La salute, la pace, la felicità, gli affetti li possiamo coltivare se abbiamo tempo a sufficienza. Il denaro e gli altri beni materiali a che ci servono se non abbiamo il tempo di trarne beneficio?
L'acqua, il petrolio, le risorse naturali: solo con il tempo la scienza potrà trovare un rimedio al loro esaurirsi....

Il tempo che è tiranno, il tempo che non basta mai, il tempo che passa e non torna più.

Mai più.

Sappiamo di averne a disposizione una certa quantità ma non sappiamo quanta, sappiamo che prima o poi si esaurirà, ma non sappiamo quando....sappiamo però che, quando il momento sarà venuto, non ci saranno concesse proroghe: niente rinvii, nessun aumento di capitale...fine, punto, basta!

Non sprechiamo il tempo, non sprechiamo la vita.

© Rossana Radaelli-09.05.07


Gli stadi della malattia

Sono appena stati resi noti i risultati dello studio volto a definire il quadro clinico della sindrome decomaliaca: benchè essa, per sua natura, sfugga alle comuni regole di classificazione patologica, i terapeuti hanno individuato cinque gruppi di malati a sintomatologia ingravescente:

• DECOMALIACI SENSITIVI 
Individui nei quali la sindrome esordisce in maniera subdola e per tale ragione può essere sottovalutata finchè non sopraggiunga un episodio acuto.
La sintomatologia appare sfumata: il soggetto manifesta un aumentato interesse per il vissuto estetico, elabora fantasie in carta colorata, si fa prestare dai conoscenti le riviste di decorazione ed è vittima di episodiche pulsioni di shopping creativo, seppur riuscendo ancora a razionalizzarle in bisogni  pratici: caso tipico è l'acquisto di carta igienica a fiorellini o di tovaglioli da decoupage per la tavola domestica.

DECOMALIACI CONCLAMATI
Costituiscono il 50% dei casi documentati, la sintomatologia si accentua e il paziente fatica a nascondere ai familiari il proprio stato.
Gli episodi di shopping creativo aumentano di frequenza ed intensità ed il soggetto non è più in grado di giustificarli lucidamente.
Vengono acquistate personalmente almeno due riviste mensili di artigianato artistico.
Il paziente diviene consapevole del problema e, quando interrogato, ammette di avere un hobby.



• DECOMALIACI INSICURI-VITTIMISTI 
Rappresentano meno del 5% dei casi totali documentati, anche se è frequente la sovrapposizione di tratti della personalità vittimistica con quelli di altre patologie. La forma pura è caratterizzata da insicurezza generalizzata e attacchi di shopping creativo saltuari ma molto coinvolgenti, quasi sempre seguiti da delusium cocens.
Ritenendole inadeguate ai suoi bisogni, il paziente non acquista riviste creative e riesce a trovare momentaneo sollievo solo in manuali altamente specializzati.
Anche su richiesta diretta il paziente nega tenacemente di avere un hobby.

• DECOMALIACI EGOCENTRICI 
Rappresentano la situazione opposta alla precedente, con la quale tuttavia possono coesistere nel quadro della sindrome dipolare.
L'iperattività ornatoria, comune a tutte le forme di decomalia, è accentuata in questi pazienti che nondimeno si distinguono nettamente dagli altri gruppi per la sporadicità degli espisodi di shopping creativo: il soggetto egocentrico trova maggior beneficio nel riciclo creativo dell'usato che nell'acquisto del nuovo.
Solitamente non vengono acquistate riviste creative ma il paziente contatta spesso le redazioni per proporre i suoi articoli.
Il malato non nega di avere un hobby ma preferisce chiamarlo arte.

• DECOMALIACI FANATICI  
Sono i pazienti allo stadio terminale, nei quali la sintomatologia si accentua notevolmente e gli episodi acuti si susseguono e si sovrappongo l'uno all'altro divenendo indistinguibili.
Ogni tentativo di recupero appare senza esito: gli attacchi di shopping creativo divengono incontrollati e spesso costringono il soggetto all'attivazione di una carta di credito.
Vengono sottoscritti abbonamenti a più riviste, anche straniere, e il soggetto viene spesso sorpreso ad adescare i vicini di casa per parlare dei suoi hobbies.

Come si può intuire da  questa sintetica esposizione il panorama sintomatologico è piuttosto complesso e a volte molto sfumato così da rendere difficile la diagnosi precoce della malattia.
E' consigliabile la stretta sorveglianza dei soggetti predisposti, quelli cioè con familiarità documentata, al fine d'individuare il primitivo manifestarsi dei sintomi...

E voi, come state? Siete sicuri di non appartenere ad uno dei cinque gruppi elencati sopra?! 0_0


© Rossana Radaelli-01.05.07


Ditelo con un fiore!

Non c'è alcun dubbio: nella nostra epoca, in una società sempre più orientata alla globalizzazione, è molto utile conoscere qualche lingua straniera.
Basta dare un'occhiata agli annunci di ricerca del personale per rendersi conto di quanto venga apprezzato questo optional inserito in un curriculum vitae.....al punto che non è nemmeno più considerato un optional, un qualcosa di accessorio offerto nel bonus pack, anzi lo si dà per scontato e lo si pretende a prescindere persino per quelle mansioni che sono -almeno apparentemente!- meno coinvolte dalle problematiche legate ai traffici internazionali!

Ristorante assume lavapiatti, libero subito, automunito, gradita conoscenza inglese...

Se la necessità dell'automobile è legittimata da orari di lavoro che pregiudicano la possibilità di usufruire dei mezzi pubblici, come la mettiamo con la storia dell'inglese?
Uno sguattero che mastichi il francese sarebbe probabilmente avvantaggiato nella rigovernatura dei piatti della novelle cousine...ma l'inglese che c'entra?!
Niente, naturalmente, ma visto che il mercato del lavoro è quello che è e che il dislivello tra la domanda e l'offerta ha assunto le proporzioni di un abisso, perchè non pretendere qualcosa in più?...Tanto si può scegliere...

Come possiamo fare per non restare tagliati fuori? Semplice: ci adeguiamo, ci pieghiamo anche noi come le canne al vento di deleddica memoria per adattarci alle leggi del mercato...vogliono che impariamo le lingue? E allora le impareremo!

Ma poichè noi siamo quelli creativi -ricordate?!- cercheremo di essere innovativi anche in questo frangente!
Lasciamo perder l'inglese, dunque, che è troppo inflazionato, e anche il francese che è roba da snob...lo spagnolo poi è troppo simile al dialetto veneto per essere speciale e il coreano ci può essere utile solo per visitare i siti delle doll makers...se vogliamo essere originali è il linguaggio dei fiori che dobbiamo imparare!
Altro che l'esperanto, è il linguaggio dei fiori il vero idioma universale, quello che, associando ad ogni fiore un concetto, abbatte le barriere grammaticali e fonetiche permettendoci di comunicare con qualsiasi individuo al mondo!

E se lo impareremo si spalancherà davanti noi anche una serie infinita di opportunità d'impiego: cerimonie pubbliche e private, compleanni, battesimi, matrimoni, funerali, feste di laurea, congressi e convegni, la festa della mamma, il pensionamento della collega...tutte occasioni nelle quali è d'obbligo l'omaggio floreale e dove, per non fare brutte figure, sarebbe altamente gradita la conoscenza del linguaggio dei fiori!

Naturalmente i figli degli hippies, nati nei mitici anni '70, in quanto nipoti dei fiori, saranno avvantaggiati nell'apprendimento...dopotutto il sangue non è acqua!
Ma non temano gli altri perchè il linguaggio dei fiori non è difficile da imparare e Internet, come sempre, ci viene in aiuto: ci sono siti che ci offrono la traduzione parola per parola....ops volevo dire fiore per fiore, del significato recondito celato dietro ogni petalo: http://www.consegnafiori.com/significato_dei_fiori.htm

E ce ne sono altri che, come in un comodo dizionario bilingue, ci indicano a quale fiore possiamo far corrispondere un determinato sentimento o una certa emozione: http://www.dilloconunfiore.com/curiosita/significato.htm
E quando avremo imparato potremo aggiungere anche noi quel quid in più nel nostro curriculum.....

Resta da risolve un piccolo problema pratico: fare in modo che ci capiscano....eh sì, perchè se chi riceve l'omaggio floreale non è a sua volta a conoscenza del linguaggio dei fiori tutti i nostri sforzi saranno vanificati! ;-)

© Rossana Radaelli-29.11.06


Bambini e formaggini

DecoupageIl mio primo approcio al decoupage risale a molti anni fa: avevo 7 anni e facevo la seconda elementare...
A quei tempi, prima che il pittorico o il materico offrissero nuove ragioni di vita a frotte di signore intraprendenti, carta forbici e colla erano considerati "roba da bambini", così la maestra ci faceva utilizzare spesso questi materiali per preparare i lavoretti per le tradizionali feste che si avvicendavano durante l'anno scolastico: c'era il lavoretto per Natale, il lavoretto per la Pasqua, il lavoretto per la festa della mamma e quello per la festa del papà...si chiamavano tutti "lavoretti" indipendentemente dall'idea di partenza o dal risultato finale!

Ho ben presente dal primo all'ultimo ciascuno di quei famigerati lavoretti....oh no, non certo perchè io sia dotata di una memoria eccezionale, ma solo perchè la mamma -come sanno essere implacabili, nel loro affetto, queste soavi figure femminine!- li ha conservati tutti, a perenne memento della mia imbranataggine infantile!

Fatto sta che uno dei lavoretti portati a termine in seconda elementare fu appunto una scatola di formaggini (di quelle rotonde, dei formaggini a spicchi) che ci fecero dapprima dipingere con la tempera blu e poi decorare con figure ritagliate dai giornalini.

A onor del vero bisogna dire che a noi pargoli ignoranti fu negata la consapevolezza di precorrere i tempi e le mode: ci dissero che si chiamava collage (pronunciato collagge, con 2 g e la e finale -sob!-) e tanto dovette bastarci.

Comunque fu una faccenda molto istruttiva, dalla quale trassi due insegnamenti fondamentali:
1) i formaggini sono buoni (bisognava pure vuotare la scatola, no?!)
2) quando si passa la colla liquida sulla tempera blu asciutta, la colla si colora di azzurro (così come le dita, il banco, il grembiulino.....ma questa è un'altra storia)
Di entrambe le cose feci tesoro per il mio futuro.

© Rossana Radaelli-19.07.06



22 Dicembre 1947

Divina CommediasetQuando frequentavo ancora le Scuole Medie avevamo tra le materie di studio l'Educazione Civica. Le lezioni ce le teneva l'insegnante di storia, una mezz'ora ogni tot ore della sua materia di punta, come era previsto dai programmi ministeriali: l'obiettivo era quello di educarci a diventare dei bravi cittadini, consapevoli dei propri diritti e riguardosi dei propri doveri.

Appresi, in una di quelle prime lezioni, che il 22 dicembre 1947 era stata approvata dall'Assemblea Costituente la Costituzione della Repubblica Italiana ed imparai a comprendere il significato del suo famoso Articolo 1: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Ci spiegò infatti, il professore, che repubblica origina dalle voci latine res publica ovvero cosa pubblica, cosa di tutti...e non solo Cosa Nostra! n_n
Il termine democratica deriva da due parole greche, demos=popolo e kratia=potere quindi democrazia significa potere del popolo; in effetti il concetto è ribadito, nell'Articolo 1, dalla frase La sovranità appartiene al popolo seppure noi, il popolo, la possiamo esercitare nelle forme e nei limiti della Costituzione, ovvero non possiamo decidere e legiferare tutti quanti insieme, per comprensibili ragioni pratiche, così eleggiamo un ristretto numero (ristretto numero?!) di rappresentanti ai quali deleghiamo i nostri poteri decisionali....
Non ricordo però se, nelle lezioni di Educazione Civica, fummo mai ammoniti sui rischi e sulle conseguenze della responsabilità dell'incauto affidamento...

Se il potere appartiene al popolo vuol dire che il popolo è un padrone e non un servo, come hanno invece tentato di farlo sembrare quei birboni degli ideologi di sinistra. E se il popolo è il padrone vuol dire che comanda lui, che può chiedere a quel ristretto numero di suoi rappresentanti (ehmm, ristretto numero?!) di fare delle leggi che lo tutelino, che lo aiutino in caso di difficoltà, che lo proteggano dalle ingiustizie.....

Beh, se così fosse, appare evidente che qualcosa dev'essere andato storto nel canale di comunicazione tra il popolo ed i suoi rappresentanti!

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro...ma sul lavoro di chi? A scuola non ce lo spiegarono mai...Pare anzi che quel fondata sul lavoro non comparisse nella prima stesura dell'Articolo 1 e che fosse stato Palmiro Togliatti a proporre di correggerlo aggiungendo a repubblica democratica la precisazione di lavoratori....repubblica democratica di lavoratori....suona bene.....però lo sappiamo tutti che Togliatti era un comunista e naturalmente la sua proposta fu bocciata.

Anche ad Aldo Moro sarebbe piaciuto che l'Articolo 1 avesse un qualche riferimento al lavoro, ovviamente in osservanza ai comandamenti divini che stabiliscono una domenica di santificato riposo a fronte di una settimana di lavoro.....ma è noto che Moro era un democristiano di sinistra, un filo-comunista.....quindi il suo parere non era da tenere in conto.

Finalmente fu deliberato di aggiungere quel fondata sul lavoro accogliendo la proposta di uno dei più perseveranti e longevi, politicamente parlando, esponenti della DC, Amintore Fanfani......oddio, sarà stato comunista pure lui?!

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro....l'abbiamo imparato a scuola, qualcosa di vero dovrà pur esserci.....eh sì, perchè se mi guardo intorno qualche dubbio mi viene....

Vedo i parlamentari, i nostri rappresentanti (nostri?!) che fanno pic-nic a base di mortadella sui banchi di Montecitorio, vedo un capo di governo, eletto da noi (noi?!) ad una delle più alte cariche dello stato, usare della res publica come se fosse roba sua e permettersi, con uno sfoggio di dialettica degno di uno scaricatore di porto*, di dare del coglione o del farabutto a chi gli contesta la cosa, vedo tributare gli onori di un funerale di stato ad un defunto personaggio della tivù, manco fosse un benefattore dell'italica umanità, vedo le mamme sognare le figlie veline e i figli calciatori, vedo insospettabili padri di famiglia rinunciare al meritato riposo notturno per non perdere una puntata del Grande Fratello, vedo le risse tra frustrati e collerici signor Nessuno spacciate per dibattiti, vedo il dolore di pochi trasfomato in spettacolo di massa, vedo sventurati contractors buttati in pasto a chi ha fame d'eroi, vedo presuntuosi imbecilli mutati miracolosamente in opinionisti....

Dal 22 dicembre 1947 sono passati più di sessant'anni, non sarà il caso di rimodernarla questa decrepita Costituzione Italiana?!
Perchè non ci pensiamo noi, creativi che siamo, cominciando proprio dall'Articolo 1? Aggiorniamolo, adeguiamolo ai tempi: L'Italia è una repubblica imbecillocratica fondata sulla televisione...

Se riusciamo a scriverlo sui muri di Montecitorio magari ci scappa pure un servizio del telegiornale! ;-)


*P.S.. non so come sia nato il detto liguaggio da scaricatore di porto, evidentemente questa, peraltro rispettabilissima, categoria di lavoratori è nota per l'uso di un eloquio particolarmente rozzo ed inelegante....
D'ora in poi, però, dormano sonni tranquilli gli scaricatori perchè non li metteremo più all'indice come modello negativo, hanno perso il primato delle volgarità verbali, se proprio ci sarà bisogno di un cattivo esempio, basterà dire linguaggio da capo di governo...

Buoni propositi

Massaia che spolvera i libri...e i suoi sogni impossibili Ci sono alcuni periodi dell'anno durante i quali siamo maggiormente inclini ad abbracciare la filosofia del pensare positivo: l'arrivo della primavera, che ci risveglia dal torpore invernale e ci fa sentire pieni d'energia e di voglia di fare...l'approssimarsi delle feste natalizie, che ci fa riscoprire gli affetti familiari e il gusto per le relazioni sociali....e, naturalmente, le ferie estive, che ci concedono una salutare pausa per divertirci ma anche per riflettere e guardare all'interno di noi stessi...

E' in questi momenti dell'anno che di solito fioriscono i progetti costruttivi e maturano le decisioni più "audaci": cambiare posto di lavoro, iniziare una storia sentimentale, rinnovare l'arredamento o anche soltanto mettersi a dieta...
Quando siamo in vacanza siamo rilassati e felici e tutto ci sembra più facile e alla nostra portata, persino le cose che normalmente non affrontiamo giudicandole troppo impegnative.

Peccato che, una volta rientrati nella routine e sopraffatti dai doveri quotidiani, spesso ci dimentichiamo dei nostri buoni propositi o li accantoniamo in attesa di tempi migliori!
Non facciamoci fregare anche quest'anno e approfittiamo invece della "ricarica" che ci hanno fornito le vacanze per realizzare finalmente il progetto che avevamo in mente!

Sui sogni tenuti troppo tempo nel cassetto si accumula la polvere dell'abitudine...
E non viene più via.....nemmeno con lo Swiffer:-(

La rivincita delle bionde

La biondissima BarbieE' il titolo di un film del 2001 che narra la storia di Elle Woods, bionda e bella ragazza americana, e della sua evoluzione -alquanto improbabile!- da svampita bamboletta-tutta-fashion-e-gridolini ad impegnata laureanda in legge presso la prestigiosa facoltà di Harvard.
Prima che le accada di essere piantata dal fidanzato -la molla che farà scattare il desiderio di rivincita- Elle vive la sua bionditudine tra nuotate in piscina, shopping con le amiche, feste da ballo e puntate all'istituto di bellezza.
Ha una camera piena di accessori glitterati, un guardaroba da manequin, un telefono di peluches rosa che farebbe invidia alla Barbie ed un minuscolo cagnolino da passeggio che è solita vestire con cappottini coordinati al proprio look.
Elle è felice, soddisfatta, serena, allegra, spensierata, solare....bionda, insomma. E sta finalmente per realizzare lo scopo per il quale nascono, crescono, si mettono a dieta e vivono le ragazze come lei: sposare l'uomo dei propri sogni.
Quando lui la molla, ritenendola troppo superficiale, troppo stupida, troppo frivola...troppo bionda, insomma, Elle cade in depressione e a poco servono i tentativi delle amiche per risollevarle il morale: persino un trattamento completo al salone di bellezza non dà i risultati sperati...
E' divertente ed insolito questo attribuire un potere taumaturgico alle sedute dall'estetista!
E il concetto viene ribadito, più avanti nel film quando, divenuta matricola ad Harvard, Elle Woods, bistrattata dagli insegnanti, derisa dai colleghi di corso e avvilita alla vista dell'ex-moroso in compagnia della nuova fidanzata, precipita in una crisi di sconforto.
In preda alla disperazione come fa a dare sfogo alle sue lacrime?
Non sdraiandosi sul lettino dello psicanalista, come farebbe un qualsiasi americano-medio in una qualsiasi commedia americana-media, bensì accoccolandosi sul seggiolino della manicure!
E qui, con le dita a mollo e l'ego a pezzi, Elle troverà colei che, lontane le compagne di sempre, diventerà da adesso in poi la sua confidente ed amica, oltre che la coscienzioza responsabile del benessere delle sue unghie.
...Ma no, non esiste, non è credibile, penserete, che un aggiustamento alle cuticole, una limatina alle unghie e un po' di smalto possano rasserenare lo spirito di una persona....roba da film...roba da bionde!
Lo ammetto: ero scettica quanto voi.
Poi, un certo giorno, navigando in Rete alla ricerca di strass adesivi per il papercraft, mi sono imbattuta in alcuni siti che vendevano materiali per la nail-art e....mi si è aperto davanti agli occhi un incredibile, vastissimo ed inesauribile mondo di stramberie, al punto che persino Elle Woods mi è sembrata all'improvviso una donna normale!
Date un'occhiata ai links più sotto e sappiatemi dire....attenzione però che, -come ammonivano gli imbonitori da circo del secolo scorso prima di alzare la tenda che copriva il fenomeno di turno- questa non è roba per deboli di cuore!
In verità non mi sembra nemmeno roba per persone reali, com'è possibile, con quelle assurde appendici alle dita, condurre la stessa vita che facciamo tutte noi, tra casa, lavoro, famiglia e hobbies vari?!
Eh sì, non è roba per donne normali ma solo per decomaliache pure e allo stadio terminale....è per questo che mi è piaciuta e ve la propongo! ;-)
E non vogliatemene, bionde in ascolto, se ho ironizzato sulla vostra natura....ho da farvi una confessione: dopotutto a vent'anni, prima che l'incedere impietoso del tempo mi costringesse ai restauri coprenti, ebbene sì...sono stata bionda anch'io!

Ed ecco qui i siti da visitare, dove tra brillantini, pizzi, microperle, piume, fiorellini, pietruzze....s'intravede qua e la qualche unghia artisticamente decorata:

http://www.franchise-service.fr/article-1267-la-qualite-avant-tout.html

http://www.noantri.com/nailjet-pro-la-stampante-per-unghie.html

http://www.craftycrafty.tv/2007/09/crafty_fingers_japanes_nail_ar.html

http://www.franchise-service.fr/article-1273-un-retour-au-naturel-grace-a-un-concept-d-avenir.html

http://www.bonteboel.nl/fotoalbum.htm

http://lifestyle.indianetzone.com/bodyart/1/nail_art.htm

http://www.beautybymay.com/nailart.html

http://www.pingmag.jp/2007/09/06/nail-art-design/

http://www.kayleighs-nails.freeservers.com/photo.html

http://www.eonenet.com/internet_marketing_blog/2006/12/31/do-it-yourself-nail-art-fiones-3d-design/

http://www.arte-studio.be/fotogallerij/nail-art/

http://www.beautifulmanicure.com/nailartmanicure1/picture.05.html

http://www.nailandbeautytraining.com/Nail_Extensions_&_Art.html

http://www.dasydesign.com/ezflow.html

© Rossana Radaelli-09.05.08