Le più colpite sono le donne, nella fascia d'età che va dai 23,5 ai 56,8 anni, benchè si sia osservata proprio al di fuori di questo range un'incidenza maggiore dei casi più devastanti, le temibili decomalia precox e decomalia climax, che continuano a mietere vittime tra i soggetti appartenenti a tutte le classi sociali.
Un'aumentata predisposizione ad infettarsi è stata accertata per gli individui con anamnesi familiare positiva per tale morbo: le bambine con almeno uno dei genitori affetto dalla stessa sintomatologia presentano un rischio di contrarre il disturbo cinque volte maggiore rispetto alle loro coetanee con genitori sani!
Sembra tuttavia che anche particolari fattori ambientali, quali l'esposizione a stimoli creativi intensi, luci colorate e manifestazioni d'affetto, possano concorrere allo scatenare delle crisi decomaliache nelle forme latenti.
Ma cos'è esattamente la decomalia?
Il significato etimologico del termine aiuta a chiarirne la natura: la parola è formata da deco, dal latino decor cioè ornamento e malia dal latino malus ovvero maleficio, incantesimo, sortilegio...
La decomalia si può interpretare dunque come una sorta di maleficio che induce nei soggetti colpiti un'abnorme frenesia decoratoria.
Le cure? Purtroppo al momento non si conoscono terapie risolutive. Buoni risultati a livello sintomatologico si sono osservati in pazienti trattati con alte dosi di criticismo distruttivo ma sembra che l'effetto diminuisca nel tempo col sopravvenire dell'assuefazione.
Per prevenire gli attacchi d'ansia inventiva, spesso associati alle crisi acute, sono consigliabili impacchi locali di acqua e Vinavil (in soluzione al 50%) e la partecipazione a gruppi d'ascolto digitale (consultare la voce forum creativi su Google).
Nelle fasi avanzate della malattia può essere di giovamento al paziente la pet-therapy ovvero l'adozione e la cura di un cucciolo di blog.
© Rossana Radaelli-01.03.07